La fortuna di Leonardo Sciascia in Spagna non è in nessun modo scarsa. Essa si sviluppa lungo tutto il secondo Novecento, essendo in gran parte contemporanea alle prime edizioni italiane delle sue opere. Segue non solo gli avvenimenti personali dell’autore nella sua carriera letteraria, ma i parametri usuali nella ricezione della letteratura italiana contemporanea nelle lettere ispaniche nel secolo scorso, inserendosi nelle coordinate storiche e culturali del nostro paese in modo tale che possiamo ritenere il suo come un caso paradigmatico della ricezione spagnola di altri scrittori italiani a lui coevi.
Il primo fatto rilevante in questa ricezione è che Sciascia si conosce in Spagna attraverso la traduzione in lingua catalana di A ciascuno il suo (1966), pubblicata nel 1968, per poi svilupparsi in lingua catalana e spagnola, seguendo la dinamica interna propria di ogni sistema letterario. Motivo per il quale, nello studio della sua fortuna in Spagna, così come accade con altri autori italiani, bisogna adoperare una metodologia di studio che prenda in considerazione i rapporti esistenti fra i due sistemi letterari, e quindi un approccio plurisistemico al fenomeno della ricezione, e particolarmente per quanto riguarda la città di Barcellona.
Detto questo come brevi preliminari, analizzeremo in seguito la fortuna di Sciascia in lingua spagnola e catalana, nei suoi sviluppi e momenti principali.
1. Le traduzioni in spagnolo
La prima traduzione di Sciascia pubblicata nel nostro paese (in catalano) corrisponde aA ciascuno il suo, e avviene con una notevole prestezza —a distanza di solo due anni dell’edizione italiana, e quindi negli anni ‘1960—. Ma, se lasciamo questa prima traduzione per il momento, il vero è che le traduzioni dell’autore siciliano non iniziano che nel decennio seguente, e vengono generalmente realizzate in lingua spagnola. Questa “scoperta” di Sciascia è particolarmente rilevante dopo la morte di Franco (1975), con l’unica eccezione di Antonello di Messina (1974). In queste prime traduzioni, lo scarto temporale rispetto alle opere originali è di pochi anni e in qualunque caso poco importante, perché in genere si preferisce pubblicare la produzione recente dell’autore siciliano. Così avviene con Il contesto (1971), tradotto nel 1976, o Todo modo(1974), presentato in Spagna lo stesso anno. La stessa cosa è valida per I pugnalatori(1976) e La scomparsa di M…. (1975), pubblicati insieme nel 1978, e per Candido…(1977), tradotto nel 1977. Si può affermare che gli anni ’70 conoscono una ricezione abbastanza contemporanea alle opere di Sciascia, mentre si ignora invece tutta la notevole produzione anteriore dell’autore.
E in effetti, no sarà che negli anni ’80 quando si riprenda, parzialmente almeno, questa prima produzione con certe traduzioni. Corrispondono agli Zii di Sicilia (1958), tradotto nel 1984, e Il consiglio di Egitto (1963), presentato nel 1982 e più tardi nel 1988, a distanza di ben più di venti anni, offrendo in questo modo due immagini diverse e complementari di Sciascia. Accanto a questi recuperi, continua in questo decennio la ricezione delle opere più attuali dell’autore siciliano: Il teatro della memoria (1981), tradotto nel 1986, Nero su bianco (1979), tradotto nel 1984, così come altre più contemporanee ancora: 1912+1 e La strega e il capitano, tutte e due del 1986 e tradotte con solo un anno differenza, nel 1987. La stessa cosa vale per Porte aperte (1987), pubblicato nel 1988, e Il Cavaliere e la morte (1988), tradotto nel 1989. A questa notevole presenza di Sciascia nelle librerie spagnole negli anni ‘80 bisogna aggiungere alcuna riedizione delle traduzioni anteriori (Candido…, nel 1980 e nel 1984; Il consiglio di Egitto, nel 1984, e Il contesto, nel 1987 e nel 1994). E contemporaneamente nuove edizioni di opere anteriormente stampate, presentate di nuovo a cura di altri traduttori (come è il caso del Consiglio di Egitto, pubblicato nel 1982 e nel 1984 a cura di A. Goldar, e nel 1988 a cura di A. Poljak, oppure di Todo Modo, di cui si offre una traduzione nuova nel 1984, a cura di J. Jordà, e un’altra ancora nel 1989, tutte e due diverse dalla prima traduzione in spagnolo pubblicata da V. Riera Llorca nel 1976).
Gli anni ’80 sono, d’altra parte, gli anni della ripresa dell’interesse per Sciascia in lingua catalana, come vedremo più avanti. Per tutto ciò, si può ben affermare che la vera manifestazione della fortuna spagnola di Sciascia corrisponde a quel decennio. La morte dell’autore, avvenuta, come sappiamo, il 20 novembre 1989, non fa che accrescere questo interesse per la sua opera. Un interesse, del resto, che continua la doppia tendenza —già intravista negli anni precedenti— di presentare la produzione recente e recuperare insieme titoli anteriori, allo scopo di completare la sua bibliografia. In questo modo, nel primo caso dovremo parlare del libro postumo, Una storia semplice(1989), tradotto subito dopo —e cioè nel 1990—, oppure di Fatti diversi di storia letteraria e civile (1989), pubblicato in Spagna nel 1990, così come la Sentenza memorabile (1982), edito nel 1990, e il romanzo Il cavaliere e la morte (1988), tradotto nel 1993. Nel secondo caso, vanno ricordate le prime traduzioni in spagnolo del Giorno della civetta(1961, tr. 1990), Le parrocchie di Regalpetra (1956, tr. 1990), A ciascuno il suo (1966, tr. 1992), e la nuova edizione degli Zii di Sicilia (1958) nel 1992, a cura di A. Citraro. Tutte queste edizioni evidenziano una chiara volontà di recupero, allo scopo di completare l’immagine dell’autore in ambito spagnolo con la sua prima produzione letteraria, appartenente a una epoca assai diversa e lontana nel tempo. Insieme a questi titoli antichi, si ripropongono altre opere, come Il mare colore del vino (1973) in 1990 (nell’edizione a cura di A. Goldar del 1978), e in 1991 (in una nuova traduzione a cura di A. Poljak), così come una riedizione del Contesto (1971) in 1994, nella stessa traduzione che C. Artal presentò già dieci anni prima, e cioè in 1984.
2. Le traduzioni in catalano
Come abbiamo già detto all’inizio, la ricezione di Sciascia inizia assai presto in lingua catalana, con la traduzione di A ciascuno il suo, un’opera del 1966, pubblicata nel 1968 a Barcellona. Ma a questa indubbia celerità —che ci mostra l’attualità che presenta questa prima traduzione in ambito catalano, con appena due anni di scarto temporale nei confronti dell’originale—, segue un silenzio di quasi venti anni. Un silenzio persistente persino dopo la morte di Franco nel 1975, momento che, come dicevamo, corrisponde alla “scoperta” di Sciascia in ambito spagnolo. E ciò nonostante i rapporti esistenti fra Sciascia e il mondo letterario catalano, documentati nel carteggio dell’autore con lo scrittore Miquel Llor, avvenuto negli anni ’50, che ebbe il corrispondente in Italia di certe notizie catalane pubblicate negli stessi anni sulla rivista “Galleria”, strettamente legata a Leonardo Sciascia, come è noto.
Questo lunghissimo e inspiegabile silenzio —ricorrente, però, in altre ricezioni contemporanee di autori italiani nel sistema letterario catalano—, non si rompe fino al 1987, in coincidenza, anche se con alcun ritardo, con il momento culmine della fortuna di Sciascia in lingua spagnola, con ben quattro traduzioni: Il mare colore del vino,1912+1, I pugnalatori (con il titolo A cops de punyal) e Todo modo. Di queste almeno l’ultima —della quale non solo mi sono curata personalmente, ma persino proporsi alla casa editrice— corrisponde in verità alla seconda metà del 1985, precedente, in qualunque caso, alle altre tre, con le quali condivide l’anno di edizione.
Da questo momento si sviluppa la ricezione catalana di Sciascia, alquanto irregolare nei confronti della spagnola, ma in un modo senz’altro abituale nel contesto catalano. L’anno seguente, e cioè in 1988, vede ancora la pubblicazione di altre quattro traduzioni: Candido…, Gli zii di Sicilia, Il teatro della memoria e Porte aperte (lo stesso anno della traduzione in spagnolo), alle quali seguono Il giorno della civetta e Il contestonel 1989 e, per ultimo, dopo la morte dell’autore, Il cavaliere e la morte, La scomparsa di M. e Una storia semplice, tutte e tre nel 1990.
Analizzando lo scarto temporale fra le prime edizioni italiane e le traduzioni in catalano, allo scopo di individuare il grado di attualità della traduzione e la celerità di ricezione, si osserva che nel caso catalano si ripete questa alternanza fra il recupero di titoli anteriori dell’autore e la presentazione delle novità Sciasciane del momento. Nel primo caso, vanno ricordati Todo Modo del 1974, I pugnalatori, del 1976, Candido…, del 1977, Il mare colore del vino, del 1973, Il contesto del 1971, La scomparsa di M., del 1975…, tutti titoli di una diecina di anni prima, come minimo. Ma ancora in maggior misura Gli zii di Sicilia, del 1958, e Il giorno della civetta, del 1961, con uno scarto temporale che a volte arriva persino ai trenta anni. D’altra parte troviamo, invece, le opere più recenti di Sciascia, quali 1912+1 (1986), Porte aperte (1987), Il cavaliere e la morte (1988), in minor grado Il teatro della memoria (1981), fino alla quasi contemporaneità di edizione, che avviene con il volume postumo Una storia semplice (1989).
Dopo questa data, a differenza di quanto osservato nell’ambito spagnolo, la fortuna di Sciascia in lingua catalana si spegne quasi. Ciò significa che non si pubblicano i titoli inesistenti in questa lingua nel momento della morte dell’autore, e solo si ripropone, nel 1992, la riedizione di quell’antica traduzione del 1968 di A ciascuno il suo, a cura di F. Parcerisas, che inaugurava, in una data così antica nel tempo, la fortuna in Spagna dello scrittore siciliano.
3. Una fortuna contrastata
Una visione complessiva della ricezione di Sciascia in Spagna ci mostra che la sua prima produzione letteraria arriva molto tardi, e lo fa mancata di vera e propria attualità. E quindi con scarsa capacità d’influenza nel nostro contesto storico. I motivi sono in gran misura politici. La “scoperta” ispanica di Sciascia avviene veramente in lingua catalana e a Barcellona, ma essa conterà con una scarsa diffusione e ancora meno influenza. Intorno al 1975, invece, Sciascia comincia a essere uno scrittore riconosciuto fra di noi, la cui fortuna conosce gli anni migliori nel decennio seguente, raggiungendo una cuspide nel 1990, subito dopo la morte dell’autore, sia per lo spagnolo che per il catalano. Ovviamente la fortuna di Sciascia in lingua spagnola è molto più rilevante, quantitativamente (per i titoli tradotti e per le riedizioni di essi) e pure qualitativamente, ma soprattutto più completa e prolungata nel tempo, mentre che in catalano mancano alcuni titoli importanti nella bibliografia sciasciana, da cominciare dalle Parrocchie di Regalpetra, per esempio, oppure L’archivio di Egitto, Nero su bianco, La sentenza memorabile, ecc. Ciò nonostante, nemmeno la totalità dell’opera di Sciascia ha avuto traduzione in lingua spagnola. Titoli come il testo drammaticoL’onorevole (1965), Recitazione della controversia liparitana (1969), i saggi della Corda pazza(1970) o Cruciverba (1983), il dizionarietto Occhio di capra (1984) o il delizioso e intelligente Alfabeto pirandelliano (1989), la Storia della povera Rosetta (1982), il volume di cronaca sul terrorismo in Italia che ha per titolo L’affaire Moro (1978) oppure Atti relativi alla morte di Raymond Roussel (1971), non hanno trovato ancora il loro posto nella storia della traduzione nel nostro paese, né in spagnolo né meno ancora in catalano. Per tutto ciò, si può dire che la produzione letteraria di Sciascia che più interesse ha sollevato in Spagna è stata fondamentalmente la narrativa.
Per quanto riguarda i traduttori, certi nomi sono ricorrenti, sia in una lingua che nell’altra. Il primo luogo spetta a Ana Goldar, traduttrice abituale allo spagnolo di autori italiani e non italiani, seguita da Joaquim Jordà, e a più distanza Carmen Artal (traduttrice anche di Tabucchi, Buzzati o Lattuada), Attilio Pentimalli, Esther Benítez (traduttrice di Calvino, Buzzati, e altri). Tutti loro sono traduttori riconosciuti dall’italiano, così come Ana Poljak e C. Manzano. Per il catalano, i traduttori sono stati diversi, nonostante la minore quantità di traduzioni. Spiccano X. Pejó e me stessa, con due volumi ognuno di noi. Ma va ricordato soprattutto il nome di F. Parcerisas, il primo traduttore di Sciascia in Spagna, nel 1968. Alcuni di questi traduttori hanno la particolarità di essere in più scrittori, come lo stesso Parcerisas, che è poeta in lingua catalana da anni, ma soprattutto Vicente Riera Llorca, con 17 volumi nella sua bibliografia.
Le case editrici più rilevanti in questa storia della traduzioni di Sciascia in Spagna sono Tusquets editores (nella sua collana “Andanzas”), e Bruguera (“Libro amigo”), ambedue con sede in Barcellona e pubblicando in spagnolo. Seguono, per il catalano, Edicions 62 (maggiormente nella collana “El balancí”), “Laia” (soprattutto nella collana “El mirall i el temps”) e “Empúries”, mentre che a Madrid spicca il nome di “Alianza editorial” (“El libro de bolsillo”), insieme alla casa editrice “Debate”. Le altre traduzioni sono presentate in spagnolo da case editrici con sede in Barcellona, quali “Noguer”, “Plaza & Janés”, “Grijalbo-Mondadori”, “Montesinos”, ecc., sempre in collane di ampia diffusione, e con un indubbio successo nel suo complesso, come si dimostra dall’inclusione di titoli di Sciascia nel repertorio di “Círculo de lectores” e “RBA editores”, firme dedicate soprattutto ai best-seller e con un ampia diffusione sociale. Questa circostanza mostra l’importanza di Barcellona come centro per l’editoria anche in lingua spagnola, in una misura persino superiore a quanto corrisponde per la lingua catalana. In questo modo, possiamo ben affermare che la fortuna spagnola di Sciascia nasce e si sviluppa in ambito catalano, anche se si esprime in maggior grado in lingua spagnola.
Ovviamente nella ricezione spagnola di Sciascia conta un dato importante che riguarda le circostanze politiche del nostro paese e determina certi silenzi e trascuratezze nei confronti di un autore come Sciascia, ritenuto di sinistra. Questa circostanza, però, favorisce la sua fortuna dopo il 1975, in un modo che il carattere altamente comunicativo della sua lingua, particolarmente adatta alla traduzione, insieme alla scelta maggioritaria per il “giallo” come genere narrativo, non fa che incrementare in maggior misura. Ciò nonostante, dopo la normale e abituale revisione della sua bibliografia negli anni immediatamente seguenti alla sua morte, Sciascia sembra aver entrato —come Moravia, del resto— in quella tappa incerta della vita degli scrittori che alcuni hanno definito come una sorta di limbo abitato dai nomi recentemente scomparsi che aspettano la loro “riscoperta” da parte di una nuova generazione di lettori, e quindi nuove traduzioni.
4. Appendice
Bibliografia delle traduzioni delle opere di Leonardo Sciascia pubblicate in lingua spagnola e catalana
Titoli | Data | Traduttore | C.editrice |
A cadascú el que és seu | 1968 | Parcerisas, Francesc | Edicions 62, S.A. |
Antonello de Mesina | 1974 | Alcántara, Francisco J. | Noguer, S.A. |
Todo modo | 1976 | Riera Llorca, Vicente | Noguer, S.A. |
El contexto | 1976 | Marfà, Jordi | Noguer, S.A. |
Los Navajeros. La desaparición de Majorana | 1978 | Villalba, J. | Noguer, S.A. |
El mar de color de vino | 1978 | Goldar, Ana | Bruguera, S.A. |
Dueto siciliano | 1979 | Pruna, Domingo | Plaza & Janés Editores, S.A. |
Candido | 1979 | Goldar, Ana | Bruguera, S.A. |
El archivo de Egipto | 1982 | Goldar, Ana | Bruguera, S.A. |
En tierra de infieles | 1982 | Pentimalli, Attilio | Bruguera, S.A. |
El contexto | 1984 | Artal, Carmen | Bruguera, S.A. |
Los tíos de Sicilia | 1984 | Arqués, Rossend | Bruguera, S.A. |
El archivo de Egipto | 1984 | (s.t.) | Seix Barral, S.A. |
Negro sobre negro | 1984 | Jordà Català, Joaquim | Bruguera, S.A. |
Todo modo | 1984 | Jordà Català | Bruguera, S.A. |
Mata-Hari en Palermo | 1986 | Ruiz, Raul | Montesinos Editor, S.A. |
El teatro de la memoria | 1986 | Gallego, Eugenio | Alianza Editorial, S.A. |
Sin esperanza no pueden plantarse olivos | 1987 | Marfà, Jordi | Editorial Laia, S.A. |
Mil nou-cents dotze més un | 1987 | Casas Fuster, Joan | Edicions 62, S.A. |
El fuego en el mar | 1987 | Palacios Moré, René | Círculo de Lectores, S.A. |
El fuego en el mar | 1987 | Palacios Moré, René | Editorial Debate |
Mil novecientos doce + 1 | 1987 | Monreal, José Ramón | Tusquets Editores |
Todo modo | 1987 | Camps, Assumpta | Edicions 62, S.A. |
El mar de color de vi | 1987 | Prat,Enric | Eumo Editorial |
La bruja y el capitán | 1987 | Monreal, José Ramón | Tusquets Editores |
A cops de punyal | 1987 | Casas Dorotea | Editorial Laia, S.A. |
El consejo de Egipto | 1988 | Poljiak, Ana | Tusquets Editores |
El teatre de la memòria | 1988 | Riera, Lluís | Editorial Laia, S.A. |
Puertas abiertas | 1988 | Pochtar, Ricardo | Tusquets Editores |
Els oncles de Sicília | 1988 | Guerra,, Rolando del | Editorial Laia, S.A. |
Portes obertes | 1988 | Camps, Assumpta | Edicions 62, S.A. |
Candido o un somni a Sicília | 1988 | Nueno, Neus | Edicions 62, S.A. |
Todo modo | 1989 | Jordà , Joaquim | Tusquets Editories |
El context | 1989 | Borràs Calvo,. Xavier | Editorial Laia, S.A. |
El dia de l’òliba | 1989 | Lloveras Puichercós, X. | Editorial Empúries |
El caballero y la muerte | 1989 | Pochtar, Ricardo | Tusquets Editores |
El cavaller i la mort | 1990 | Pejó Orellana, Xavier | Edicions 62, S.A. |
Las parroquias de Regalpetra | 1990 | Arqués, Rossend | Alianza Editorial, S.A. |
El mar de color de vino | 1990 | Goldar, Ana | Bruguera, S.A. |
La sentencia memorable | 1990 | Montmany, Mercedes | Mondadori España, S.A. |
Una història senzilla | 1990 | Vallverdú Canes, F. | Edicions 62, S.A. |
Todo modo | 1990 | Jordà, Joaquim | Círculo de Lectores, S.A. |
El día de la lechuza | 1990 | Benítez, Esther | Alianza Editorial, S.A. |
Una historia sencilla | 1990 | Manzano, Carlos | Tusquets Editores |
La desaparició de Majorana | 1990 | Pejó Orellana, Xavier | Editorial Empúries |
Horas de España | 1990 | Manzano, Carlos | Tusquets Editores |
Candido o un sueño siciliano | 1991 | Poljiak, Ana | Tusquets Editores |
El mar del color del vino | 1991 | Poljak, Ana | Alianza Editorial, S.A. |
Sucesos de historia literaria y civil | 1991 | Benítez, Esther | Alianza Editorial, S.A. |
A cadascú el que és seu | 1992 | Parcerisas, Francesc | Edicions 62, S.A. |
Los tíos de Sicilia | 1992 | Citraro, Alfredo | Tusquets Editores |
A cada cual lo suyo | 1992 | Benítez, Esther | Alianza Editorial, S.A. |
Fuego en el alma | 1992 | Gallego, Víctor | Mondadori España, S.A. |
El caballero y la muerte | 1993 | Pochtar, R/Manzano, C | Círculo de Lectores, S.A. |
De parte de los infieles | 1993 | (s.t.) | Mondadori España, S.A. |
El contexto | 1994 | Artal, Carmen | RBA Editores, S.A. |